Ritorno al futuro

Prove di ordinaria discriminazione

Giorno della memoria. Che rievoca orrori che non vorremmo tornare a vedere. Ma…

Dopo i primi provvedimenti antiebraici varati in Romania, Austria, Ungheria, Italia emanarono legislazioni persecutorie. Solo il fascismo italiano, però, decretò l’espulsione totale e contemporanea degli ebrei dalle scuole”‘(p. 205).

Scorrendo il bel libro di Bruno Maida “L’infanzia nelle guerre del novecento”, Einaudi, Torino, 2017, cap. V – “In guerra”.

FATTO. “Prima gli italiani”: Lodi, Monfalcone. Cenate sotto. Castelnuovo. Bambini esclusi da fondamentali diritti di istruzione. Separati. Sradicati. Come foglie al vento.

Le case apparvero delle gabbie perché persero il loro contenuto di serenità e rifugio, trasformandosi in zone di obbligo e di solitudine”. (p. 206)

FATTO. Ci abbiamo pensato noi, con gli sgomberi.

I bambini furono costretti a lasciare le case, gli oggetti, i giochi. Quando dovettero abbandonare i genitori si sentirono abbandonati e feriti” ( p. 207)

FATTO. Basta con i campi rom e le occupazioni abusive. Ruspe. 

I parchi e i luoghi del gioco e dell’incontro con i coetanei diventarono momenti di umiliazione ed esclusione, soprattutto quando i genitori impedivano ai propri figli di giocare con i compagni ebrei.” (p. 206)

FATTO. A Trento, “scandaloso vedere bambini stranieri  salire sulle giostrine dei bambini italiani”. Brava assessore.

Sull’ingresso di casa vennero dipinti con vernice rossa una stella di David e un impiccato.

FATTO. A Bergamo, svastiche nel bosco. A Milano, alla scuola primaria di via Brocchi, esposto cartello “Fuori il gender dalle scuole”. Siamo italiani e orgogliosamente maschi.

“Fu con la guerra, l’occupazione tedesca, la costruzione dei ghetti, i rastrellamenti e le deportazioni di massa che gli ebrei cominciarono a fuggire e a nascondersi.” (p.207).

FATTO. Guerra agli Sprar. La pacchia è finita, via dal campo Baobab e da Castelnuovo di Porto.

Poter vivere in modo clandestino per periodi anche assai lunghi significava, metaforicamente e concretamente, fare carte false: documenti d’identità…” (p. 207).

FATTO. Niente ius soli. Smantellamento dell’esperienza Riace. Fuori dai Cara e dagli Sprar, arrangiatevi.

Nei campi di sterminio, i bambini furono destinati alla morte immediata, anzi non erano neanche percepiti come persone, bensì come appendici dei genitori, nello specifico delle madri, e quindi non registrati.” (p. 210).

FATTO. Niente registrazione all’anagrafe per chi nasce in Italia figlio di irregolari. E pazienza per chi muore in mare.

E non crediate che ci commuoviamo per il ragazzo con la pagella. Vengono presentati come “minori non accompagnati”, ma in realtà hanno 17 anni e mezzo, magari 18.

La lista è lunga, potrebbe continuare, abbiamo assistito agli spari di Macerata, alle morti in mare, alle condizioni inumane dei lavoratori al sud, all’uccisione di un sindacalista. Il peggio – ci auguriamo di no –  deve ancora arrivare se si continua a incutere paura e a solleticare il razzismo verbale e fattuale.

Meno male che il ministro Bonafede (un nome che è tutto un programma) ha dichiarato “candidamente” a Piazza pulita che certe scene (i bambini di Castelnuovo deportati) turbano anche lui. Ma bisogna pur fare pulizia?

FATTO!

Nel giorno della Memoria.

Per il Tavolo Saltamuri,  Giancarlo Cavinato

Foto di L.Corbo: Porta d’Europa-Lampedusa