I diritti umani e la lunga strada della convivenza: costruire il futuro

Il Tavolo interassociativo SaltaMuri, che raccoglie dal 2018 molte associazioni e organizzazioni della società civile, si rivolge al mondo dell’educazione in un momento di profonda crisi geo-politica che riteniamo vada affrontato con responsabilità solidale adeguata alla gravità del momento.

Dalla sua costituzione, il Tavolo opera per il contrasto alla povertà e alle diseguaglianze educative, alle discriminazioni, alla diffusione di stereotipi. Propone azioni per il superamento dei muri fisici e mentali e di un paradigma culturale centrato sul binomio amico-nemico, che spinge all’odio e alla violenza.

La scuola costituisce un indispensabile presidio per fornire a bambine e bambini, ragazze e ragazzi gli strumenti necessari a leggere e interpretare una realtà complessa e difficile che corre il rischio di mortificarne lo sviluppo emotivo-relazionale e compromettere il loro rapporto con il mondo.

In un periodo devastato dalle guerre, il nostro punto di riferimento forte resta l’Art.38 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che proclama: ogni bambino e bambina ha diritto di essere protetto dalla guerra.

Oggi si contano ancora circa 59[1] conflitti nel mondo che uccidono persone o le privano dei diritti fondamentali: cibo, acqua potabile, istruzione, salute, dimora dignitosa e li costringono spesso a spostamenti forzati dal luogo di nascita. E da sempre, tra i soggetti più vulnerabili, i minori sono coloro a subire le peggiori conseguenze.

Sono spesso guerre di cui non sentiamo quasi mai parlare perché molto lontane geograficamente o molto distanti dall’attenzione di media e interessi politici, oppure sono conflitti aspri che, come negli ultimi due anni, invadono i mezzi di comunicazione all’improvviso, con immagini crude, troppo spesso prive di spiegazioni storiche e geopolitiche esaurienti, che incitano all’odio di un popolo o di una fazione, piuttosto che richiamare alle responsabilità politiche dietro ogni azione militare. Ancora in queste ore, nonostante la strage dei bambini palestinesi che da settimane subiscono la devastazione dei bombardamenti, non si attivano per il Medio-oriente processi di negoziazione per la pace.

Anche di fronte all’orrore delle morti nel Mediterraneo, di quanti fuggono dalle guerre, dalla sofferenza, dalle catastrofi naturali alla ricerca di una vita dignitosa, parte della politica parla di difesa degli interessi nazionali proponendo la chiusura delle porte e dei confini, piuttosto che promuovere la protezione dei diritti di ogni essere umano, a partire da ogni bambino.

Assistiamo sconcertati al perdurare della negazione del diritto alla cittadinanza al 10% della popolazione studentesca delle nostre scuole[2] con conseguenze negative sul percorso di vita e di apprendimento, nonostante i numerosi sforzi dei movimenti sociali, delle scuole stesse e l’auspicio del Presidente Mattarella a “veder realizzata la riforma della legge sulla cittadinanza per i ragazzi e le ragazze cresciute nel nostro Paese[3].

Osserviamo l’inasprirsi delle diseguaglianze e della povertà[4]: carenze di apprendimento, abbandoni precoci dalla scuola -che incidono anche sul fenomeno Neet-; un progressivo calo del benessere psico-fisico dei ragazzi e delle ragazze, aumento della violenza tra pari e di genere. Si inasprisce il problema della trasmissione intergenerazionale e della cristallizzazione geografica delle diseguaglianze.

Il Tavolo SaltaMuri rimane dalla parte dei cittadini e delle cittadine del mondo, dei più deboli ed emarginati contro ogni deriva etica, ogni indifferenza davanti all’espressione di qualsiasi forma di  disumanità. SaltaMuri vuole dare voce all’inquietudine, all’indignazione e, perciò, propone al mondo dell’educazione, della scuola, della cultura di intraprendere riflessioni e azioni concrete per lo sviluppo di una cultura dei diritti e della pace a partire dalle aule scolastiche.

Gli educatori, insegnanti, operatori della società civile non possono restare indifferenti!

La scuola deve poter essere presidio di democrazia, di sviluppo culturale, promotrice del valore della pace, luogo di convivenza aperta capace di contrastare le tensioni disgreganti, divisive e prevaricatrici.

In questa direzione, per sostenere il lavoro degli insegnanti e lo scambio tra scuole, attiveremo una raccolta di esperienze didattiche che saranno pubblicate in un apposito spazio sul sito SaltaMuri.

Nelle schede a questo link, si forniscono esempi di pratiche elaborate dalle associazioni del Tavolo SaltaMuri per una determinata fascia d’età al fine di non lasciare nessuno escluso, e con indicazioni pratiche e riferimenti precisi per l’inserimento delle attività proposte nell’ambito della programmazione didattica. Si chiede, una volta svolta l’attività, di rispondere a questo breve FORM e inviarci materiali fotografici (senza volti dei minori) o elaborati dei bambini e dei ragazzi per documentare le esperienze e dare spazio e voce all’impegno delle scuole per la pace e la solidarietà!

Contattateci per eventuali approfondimenti e suggerimenti, saremo lieti di ascoltarvi!

Il Tavolo Saltamuri


[1] https://acleddata.com/conflict-watchlist-2023/

[2] Nell’anno scolastico 2019/20 sono risultati iscritti nelle scuole del nostro paese 877mila ragazzi e ragazze di nazionalità straniera. A essere cresciuto è soprattutto il numero di ragazzi di “seconda generazione”, cioè, nati in Italia ma senza cittadinanza italiana. Tra questi ultimi è anche maggiore l’incidenza del ritardo e dell’abbandono scolastico, in quanto al divario tra autoctoni e stranieri rispetto a questi fenomeni, l’Italia è uno dei primi paesi in Europa. Fonte: Rapporto del Miur sugli alunni con cittadinanza non italiana relativo all’anno scolastico 2019/20.

[3] “La peculiare condizione di migranti, unita alle condizioni di povertà di molte loro famiglie, fa sì che queste ragazze e questi ragazzi siano esposti – più di altri – a ritardi o abbandoni scolastici. Non si cresce con il necessario spirito civico nell’isolamento. Perché forme, pur non dichiarate né intenzionali, di separazione producono rischi gravemente insidiosi per l’intera società” Discorso del Presidente Mattarella all’inaugurazione dell’AS 2023/2024.

[4] La dispersione implicita (coloro che non raggiungono le competenze minime) raggiunge la media del 9,7 % a livello nazionale, ma con notevoli picchi territoriali: Campania, Sardegna, Sicilia, Calabria (19,8%, 18,7%, 16% e 18%). Non solo, la dispersione è più che doppia per gli allievi che provengono da famiglie con un background socio-economico svantaggiato o di origine straniera. L’Italia è, inoltre, la terza nazione in Europa con più abbandoni (ESL – Early School Leavers) con una media nazionale del 12,7%, dopo Romania (15,3%) e Spagna (13,3%) (OECD, 2019). L’abbandono del percorso formativo secondario è strettamente collegato con il fenomeno NEET (Not in Education, Employment or Training), in particolar modo delle e dei giovanissimi fuori dalla scuola (EUROSTAT, 2020)