LA SCUOLA DI TUTTI NELL’EMERGENZA: Saltare i muri del COVID 19

Ci sono molti modi oggi di dimostrare la solidarietà ai tempi del virus. La gravissima emergenza globale portata dal coronavirus deve tradursi in consapevolezza e sentimento dell’interdipendenza dei destini dei popoli, delle comunità e di ogni essere umano, in una corretta interrelazione con l’ambiente e le sue dinamiche.

La nostra epoca è stata inaugurata, un quarantennio fa, dalle parole: “la società non esiste, esistono gli individui”.  Individui affidati alla pura logica di mercato, separati e ‘liberi’ di cercare propri spazi e opportunità. Ognuno per sé, ma costretti in muri di paure, di sospetti, di pregiudizi, di accaparramento di risorse a scapito degli altri e dell’ambiente.

Non può funzionare così e ce ne accorgiamo in questi tristi giorni. Mai come oggi ci rendiamo conto dell’indispensabile presenza degli altri di cui abbiamo forte bisogno.  Bisogno di legami, di scambi, di proiezione nel futuro, di conoscenza.

Conoscenza come bene comune, come l’acqua pubblica.

Molti gli insegnanti impegnati ad organizzare classi virtuali, provando a innovare la loro didattica per mantenere attiva la scuola e il contatto con i loro alunni. Dobbiamo essere loro molto grati.

Ma c’è un problema per le famiglie prive di dotazioni informatiche, con più figli e con difficoltà ad avere più PC o tablet da usare in contemporaneità.

E il problema più grave è per chi non ha un’adeguata pratica d’uso, non può fotocopiare i materiali o, come nel caso dei bambini sinti e rom, vive isolato in paesi lontani, in campi e caravan.

 “Si profila il rischio di aumentare a dismisura il livello di esclusione sociale di bambini/e e ragazzi/e che, privati della possibilità di andare a scuola e di svolgere attività sportive e formative, non hanno così accesso alle più basiche opportunità di inclusione sociale”, denunciano Alliance for investing in children e Alleanza per l’infanzia[1].

In particolare, ci preoccupano i troppi bambini in povertà assoluta e relativa già esclusi da molte opportunità.  Anche quella basilare di un pasto regolare.

E’ un grave problema di giustizia e di equità sociale.

La chiusura delle scuole sta elevando altri muri, che rendono ancora una volta il diritto all’istruzione non universale e quindi privilegio.  Il Tavolo SaltaMuri, nato per contrastare ogni forma di discriminazione ed, esclusione, intende rivolgersi al mondo della politica, della cultura, dell’economia, alla società civile, alle associazioni del terzo settore, chiedendo di affrontare con immediatezza e competenza progettuale il problema dei minori a rischio e di risolverlo ricercando le migliori condizioni possibili per la tutela dei diritti di tutti. E di farlo insieme.

La sospensione della didattica e l’istruzione a distanza rischiano di non garantire le pari opportunità educative alle bambine e ai bambini, alle ragazze e ai ragazzi che vivono nel nostro Paese, al di là della loro condizione materiale di vita, della loro etnia, della situazione  anagrafica.

Sappiamo che si aprirà un terreno di non facile gestione.

 Dobbiamo riuscire a superare chiusure e pregiudizi oltre all’isolamento e alla diffidenza.

Stato, enti locali, territori, volontariato devono costituirsi come sistema organico, strutturato e normato. Un sistema che da subito metta in atto azioni contro le povertà e le discriminazioni, a supporto delle famiglie in difficoltà economica, con disagio sociale, isolate, che non parlano italiano, che vivono nei campi rom. In aiuto ai territori, alle aree geografiche del Paese dove più significative sono le povertà educative.

SaltaMuri ha aperto la sua pagina Fb e il suo sito www.saltamuri.it a un confronto sulle strategie da adottare per rispondere alle esigenze  della scuola di tutti in questa emergenza da virus.

Come SaltaMuri lanciamo una campagna: ‘”La scuola di tutti nell’emergenza”, e proponiamo un duplice livello di intervento: nell’immediato e più a lunga distanza.

Subito:

  • AL GOVERNO – Garantire su tutto il territorio nazionale misure a sostegno di quanti vivono in situazioni di gap tecnologico, per la fornitura di materiale informatico e la connessione libera attraverso azioni del Ministero dell’Economia e dello Sviluppo e la collaborazione degli operatori di telefonia mobile per l’estensione gratuita del consumo di GIGA per famiglie con minori;
  • AL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE – Predisporre un’unica piattaforma per la  DAD del Ministero dell’Istruzione per semplificare il lavoro delle scuole e l’interfaccia delle famiglie;
  • ALLE SCUOLE – procedere celermente al monitoraggio degli alunni “non connessi” per provvedere alla dotazione informatica necessaria attraverso la distribuzione degli strumenti presenti nelle scuole e/o l’acquisto di nuovo materiale con le risorse ad hoc assegnate dal Ministero, anche superando gli attuali vincoli normativi relativi agli acquisti e ai contratti;
  • AI COMUNI – fornire i pasti per i minori in condizioni di povertà in sostituzione della mensa scolastica, a cura dei Comuni;  organizzare interventI di personale educativo   per seguire i minori e le famiglie più a rischio.

Alla ripresa dell’anno scolastico:

 In questo drammatico contesto riteniamo che Stato, Enti locali, Terzo settore, Volontariato sociale debbano costituirsi come sistema organico e strutturato, normato da convenzioni  contro povertà e discriminazione.

Compito delle associazioni nel contrasto alle povertà educative diventa quella di proporre alle scuole progetti di arricchimento a supporto delle disparità in grado di integrarsi nei loro piani dell’offerta formativa, anche in riferimento al Vademecum antidiscriminazioni e per l’accoglienza che abbiamo proposto.

 Pensiamo quindi ad attività di riallineamento al percorso scolastico individualizzate e di piccolo gruppo  per alunni e studenti che non abbiano potuto accedere alla DAD.

Pensiamo ancora, alla riapertura delle scuole e dell’anno scolastico, a interventi di sostegno delle risorse presenti nei  territori, con orari diversificati e interventi educativi di supporto.

Chiediamo pertanto:

  • AL MINISTERO ISTRUZIONE – Incremento delle unità di personale, delle ore di compresenza, per risanare il “credito formativo” delle scuole verso le bambine/i – ragazze/i.
  • A MINISTERO – ANCI – TERZO SETTORE elaborazione di linee guida per la promozione e la costituzione di reti territoriali capaci di sostenere le azioni assistenziali, educative, formative;
  • ALLE SCUOLE – auspichiamo che l’apertura delle scuole, anche in fasce pomeridiane, consenta di  lavorare a dei piani dell’offerta formativa inclusivi, capaci di contrastare le disuguaglianze, in collaborazione con il terzo settore, il volontariato sociale, il mondo dell’associazionismo. 

Le azioni indicate sono proposte alle associazioni e alla rete di scuole e Comuni aderenti al tavolo SaltaMuri e a tutte le altre reti con cui esso è collegato: Action Aid, Io accolgo, Italiani senza cittadinanza, Tavola per la pace, Archivio disarmo, Rete della pace, associazioni professionali e del tempo libero, con l’invito a creare sinergie per l’attuazione di dette proposte.

Siamo convinti che solo attraverso un’azione plurale, di responsabilità civile, di alleanze, sarà possibile uscire dall’emergenza senza che questa abbia dei costi “irreversibili” per i soggetti più a rischio e per la nostra stessa democrazia.

Il Tavolo SaltaMuri                                                                                                         4 marzo  2020


[1] https://www.alleanzainfanzia.it/temi/news/comunicati/