Scuole controvento di Fabrizio Dacrema


Cominciano a prendere corpo le prime azioni contro il vento di intolleranza e discriminazione che spira nel Paese e va diffondendosi anche nelle scuole. La costituzione del Tavolo interassociativo “SaltaMuri.-Educazione sconfinata per l’infanzia, i diritti, l’umanità”, cui hanno aderito oltre cento associazioni,   l’avvio della Campagna “Mille scuole aperte per una società aperta”, la sentenza contro il Comune di Lodi, la presentazione delle azioni legali contro i Comuni di Monfalcone e Cenate Sotto rappresentano i primi passi di una nuova azione civile e politica per la scuola e la società interculturale.

La sentenza di Lodi lancia un messaggio determinante: la Costituzione e l’ordinamento amministrativo e scolastico italiani sono oggi in grado di resistere all’assalto delle forze politiche razziste al governo del Paese e di molte amministrazioni locali.

Va dato merito all’avvocato Alberto Guariso che, in difesa delle famiglie rappresentate dalle associazioni Asgi e Naga, ha dimostrato la condotta discriminatoria del Comune di Lodi per aver escluso i bambini extracomunitari della mensa scolastica. Il pretesto utilizzato è stato un regolamento che obbligava le famiglie straniere non UE a presentare irraggiungibili documenti di non proprietà nei paesi di origine per accedere alle tariffe minime sui servizi extrascolastici (mensa e trasporti). Pena l’assegnazione della fascia massima che ovviamente non potevano permettersi. Già prima della sentenza il Coordinamento Uguali Doveri, nato in solidarietà alle famiglie straniere, aveva di fatto riammesso alla mensa e agli scuolabus i bambini esclusi promuovendo una formidabile raccolta di fondi arrivata a 140 mila euro, ben oltre il necessario.

La mobilitazione deve ora continuare, non solo perché la giunta leghista di Lodi sembra intenzionata a resistere: simili regolamenti discriminatori sono infatti sostenuti da linee guida della Regione Lombardia che hanno indotto o stanno inducendo altri Comuni a imitare il regoalmento di Lodi come Vigevano, San Giuliano Milanese, o addirittura Cenate Sotto dove si escudono dalla mensa anche gli alunni residenti nei comuni limitrofi.

Una epidemia irragionevole e razzista in via di diffusione anche perché il Ministro all’Istruzione Bussetti ha offerto copertura ai regolamenti comunali discriminatori sostenendo che non fanno altro che applicare la legge .

Ora che i giudici sanciscono l’opposto – i cittadini extracomunitari hanno diritto alle prestazioni sociali agevolate alle stesse condizioni previste per i cittadini italiani e dell’Unione Europea – emerge l’inadeguatezza dell’atteggiamento del Ministro Bussetti: per fornire copertura alla propria parte politica ha chiuso gli occhi sui principi fondamentali di eguaglianza e non discriminazione che improntano l’ordinamento scolastico italiano.

Il Tavolo Saltamuri dall’inizio dell’anno scolastico ha chiesto un incontro al Ministro senza alcun riscontro: il Tavolo rivendica l’emanazione di un atto di indirizzo del Ministero dell’Istruzione di concerto con gli Enti Locali contro le discriminazioni nell’accesso al diritto all’istruzione e nella fruizione dei servizi extrascolastici essenziali alla frequenza.

Si stanno diffondendo le situazioni in cui, come nel Comune di Monfalcone, viene fissato un tetto percentuale rigido per classe di alunni stranieri (30-40 per cento) oltre il quale le iscrizioni sono respinte. Le quote di stranieri per classe diventano clave per respingere le iscrizioni degli alunni non italiani o per iscriverli d’ufficio in realtà scolastiche di fatto irraggiungibili. Evidentemente l’obiettivo di queste decisioni dei Comuni, prese talvolta anche in accordo con i Dirigenti Scolastici, non è una equilibrata distribuzione della presenza nelle scuole e nelle classi di alunni italiani e stranieri, ma di ostacolare l’accesso al diritto all’istruzione agli alunni non italiani.

Il corretto orientamento a favorire l’eterogeneità delle cittadinanze nelle scuole deve, invece, essere perseguito attraverso interventi di programmazione e attraverso misure gestionali e organizzative volte a garantire prioritariamente effettive condizioni di parità e di generalizzata e piena fruizione del diritto allo studio. Servono coordinamenti e accordi di rete tra istituzioni scolastiche ed enti locali di uno stesso ambito territoriale finalizzati a una equilibrata regolazione dei flussi di iscrizione e a un’equa distribuzione della popolazione scolastica tra le varie istituzioni scolastiche dei contesti interessati. Queste sono alcuni dei temi di cui devono occuparsi le linee di indirizzo rivendicate dal Tavolo Saltamuri.

Il Ministro deve anche pienamente esercitare le prerogative di vigilanza contro le discriminazioni e a tutela dei diritti educativi di tutti i minori, come previsto dalla Costituzione e dalla legge 176/91 di ratifica della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

È opportuno che il Ministro non dimentichi che l’autonomia delle Istituzioni Scolastiche è tutelata dalla stessa Costituzione: non è accettabile che le decisioni degli Enti Locali inducano le scuole a discriminare i loro alunni.  L’atto di indirizzo rivendicato dal Tavolo Saltamuri, da concordare in Conferenza Unificata Stato Regioni e Autonomie Locali, deve impedire che, a seguito di decisioni unilaterali di Enti Locali, alcuni alunni siano privati di servizi scolastici essenziali per l’accesso al diritto di istruzione quali mensa e trasporti scolastici o siano raggruppati nel corso delle diverse attività educative in modo discriminante in ragione delle loro condizioni socio-economiche o relative alla nazionalità di provenienza. A questo proposito non deve essere dimenticato che nell’ordinamento scolastico italiano il tempo della mensa è considerato tempo scolastico a tutti gli effetti. Ciò è confermato anche da una recente sentenza del Consiglio di Stato (n. 5156 del 3/09/2018).

Il Tavolo Saltamuri, accanto alle azioni di opposizione e contrasto contro ogni forma di discriminazione educativa, è impegnato a promuovere la campagna “1000 scuole aperte per una società aperta”. Nel corso di questo anno scolastico saranno sostenute e messe in rete tutte le scuole che realizzano percorsi di educazione ai diritti, alla cittadinanza, all’interculturalità, allo studio delle migrazioni e alla comprensione delle diverse realtà del mondo.

Nella convinzione che dalle scuole possa venire l’intelligenza, l’impegno e il coraggio per saltare muri, costruire ponti e contrastare ogni propaganda di paura.