La quercia per gli insegnanti giusti e la pietra di inciampo per il ragazzo del Mali.

All’I.C. “B. Lanino” di Vercelli le vite dei Giusti sono diventate  uno strumento fondamentale nell’educazione alla cittadinanza e nello studio consapevole della storia.

I Giusti infatti non sono solo ponti che uniscono il passato al presente, ma sono soprattutto esempi di azione concreta sulla realtà̀. Consentono agli alunni e alle alunne di conoscere la storia ma soprattutto di realizzare che in qualsiasi situazione, anche la più̀ disperata, ciascuno di noi ha la possibilità di fare una scelta libera, di mettere un argine all’odio e alla violenza, di restituire umanità. Il concetto di Giusto è nato dopo la Shoah per merito di Moshe Bejski, ebreo salvato da Oskar Shindler. Giunto in Israele dopo la guerra, Bejski ha fortemente voluto il Giardino dei Giusti tra le Nazioni, ospitato dal Museo dell’Olocausto di Yad Vashem, per ringraziare tutti i non ebrei che durante l’Olocausto salvarono la vita anche a un solo ebreo, spesso rischiando o perdendo la propria. Il concetto di Giusto si è poi esteso nel tempo e nello spazio e oggi, nei molti giardini diffusi nel mondo, si onorano persone che hanno agito per il bene in diverse situazioni di guerra, di genocidio, di discriminazione, di terrorismo.

Pietre per i giusti.

Il 6 marzo si celebrano i Giusti dell’Umanità. La Giornata, dedicata a tutti gli uomini e le donne che, nei periodi più bui della storia, hanno saputo scegliere il bene, è stata istituita dall’Unione europea nel 2012 ed è diventata giornata nazionale nel 2017.

Non si tratta di una ricorrenza come le altre, non si tratta solo di ricordare, si tratta piuttosto di farsi ispirare, come esseri umani e come cittadini, dagli esempi di chi ha saputo fare una scelta di libertà, da chi ha messo la vita dell’altro al di sopra di qualsiasi altro valore, anche al di sopra della legge.

Il nostro percorso con i Giusti è iniziato nel 2016, con l’inaugurazione del Giardino dell’Istituto.

Ad oggi abbiamo piantato otto alberi, dedicando di anno in anno la Giornata a temi e personaggi diversi (i Giusti onorati sono Lassana Bathily, i Cittadini di Nonantola, i Cittadini di Lampedusa, Janusz Korczak, Faraaz Hussein, Salvo D’Acquisto, Papa Francesco e gli insegnanti Giusti della Shoah).

Quest’anno abbiamo celebrato la Giornata lo scorso 12 marzo con un doppio evento: abbiamo dedicato una grande e solida quercia agli insegnanti Giusti della Shoah e, con un filo che collega il passato con il presente, abbiamo posato davanti alla scuola una pietra d’inciampo per ricordare il giovane del Mali, morto annegato nel Mediterraneo nel 2015, portando la pagella cucita sul cuore.

Una storia che ha commosso tutti e ha avuto grande risonanza mediatica in seguito alla pubblicazione del libro “Naufraghi senza volto” di Cristina Cattaneo. Questa vicenda tragica ci obbliga, come istituzione composta da adulti e ragazzi, ad assumerci la grande responsabilità dell’accoglienza. Non possiamo noi salvare le vite nel Mediterraneo, ma è nostro dovere accogliere e formare tutti quei giovani che confidano nell’Europa e nell’istruzione per costruirsi una vita degna di essere vissuta.

L’idea invece di lavorare sulle biografie degli insegnanti Giusti con le classi seconde e terze della Scuola S. di I° “S Pertini”, che fa parte del Comprensivo “B Lanino”, è nata da un’attività svolta in occasione del Giornata della Memoria, durante la quale i ragazzi e le ragazze hanno potuto conoscere e approfondire la storia della senatrice e vita Liliana Segre. Uno degli episodi su cui la signora Segre insiste durante le sue testimonianze riguarda proprio la sua maestra. Grande fu allora il dolore della piccola Liliana di fronte a quell’insegnante che lei tanto amava, che l’ha abbandonata senza provare alcuna compassione per la sua tragica condizione di bambina ebrea espulsa da scuola. A partire da questa esperienza di dolore, abbiamo cercato invece le storie di insegnanti – Giusti tra le Nazioni di Yad Vashem – che hanno saputo esserlo fino in fondo, insegnanti che hanno ascoltato la voce non solo della loro coscienza personale ma della loro coscienza professionale: un vero insegnante è quell’uomo o quella donna che mette la vita, la dignità, la crescita personale dei propri alunni e dei ragazzi in generale al di sopra di qualsiasi altra cosa e che è disposto a mettere a rischio sé stesso per proteggere i giovani che gli sono stati affidati. E’ un insegnante chi non fa una classifica di chi merita o non merita di essere accudito, educato, cresciuto con amore, è un insegnante chi pensa che tutti, senza alcuna distinzione, meritino la sua cura.

La scuola è stato dunque il nostro tema di quest’anno: la scuola come e presidio di cultura, di umanità, di democrazia e di accoglienza, come luogo sicuro per tutti i suoi alunni e le sue alunne, nella quale ciascuno si senta protetto e tutelato, dove sentirsi liberi di costruire la propria personalità, a partire dai valori fondamentali sanciti dalla Costituzione, primo fra tutti il rispetto e la valorizzazione delle differenze, la scuola come spazio per allenare le competenze necessarie per diventare cittadini consapevoli e responsabili di sé stessi e degli altri e, come pochi giorni fa ha affermato il presidente Sergio Mattarella, come luogo in cui imparare ad aprirsi alle differenze e al dialogo.

Accogliendo l’invito del maestro Franco Lorenzoni, abbiamo coinvolto in questa iniziativa tutte le scuole della città, comprensivi e scuole superiori, che hanno celebrato con noi la Giornata posando la pietra d’inciampo davanti a ciascun istituto scolastico. I ragazzi e le ragazze della scuola secondaria di primo grado “S. Pertini” hanno inoltre donato ai compagni delle altre scuole le biografie degli insegnanti Giusti, sui quali hanno lavorato insieme.

La cerimonia si è poi conclusa proprio presso la scuola “S. Pertini”, dove tutti gli ospiti hanno potuto conoscere i progetti educativi e didattici della scuola dell’infanzia “H.C. Andersen”, delle scuole primarie “M. Bertinetti” e “G. Gozzano” e della scuola secondaria di primo grado “S. Pertini”. All’ingresso della scuola sono stati esposti gli elaborati realizzati dalle classi a partire dalle biografie degli insegnanti Giusti della Shoah, dodici emozionanti storie di vita e di scelte che hanno fatto la differenza. Da ciascuna storia, i ragazzi e le ragazze hanno estrapolato una parola chiave, a cui hanno dato una originale definizione.

Intervenire, impegno, sensibilità, famiglia, padre, cura, altruismo, destino, protezione, resistenza, luce, unione sono le parole scelte dai ragazzi e dalle ragazze: saranno le parole che accompagneranno noi e tutte le scuole della città nel nostro emozionante percorso di dialogo e accoglienza.

di Prof.Carolina Vergerio e Patrizia Pomati

Insegnanti S. S.I° “S. Pertini”- Istituto Comprensivo “B. Lanino” – Vercelli http://bit.ly/giustipertini