20 GIUGNO 2023- GIORNATA MONDIALE DEL RIFUGIATO

Di chi è la terra

Qualcuno che la sa lunga

mi spieghi questo mistero:

il cielo è di tutti gli occhi

di ogni occhio è il cielo intero.
Spiegatemi voi dunque,

in prosa od in versetti, perché il cielo è uno solo

e la terra è tutta a pezzetti.
(G. Rodari)                                   

 ‘A chi è partito e si è perduto al mondo’ (G.M.Testa)  e il mare lo ha ingoiato o è morto di stenti ovunque ci siano barriere. A chi non ha trovato rifugio.

In un mondo in cui siamo sempre più connessi, in cui molti muri sono caduti, invece di aspirare a una fratellanza universale, proviamo il bisogno di innalzare barriere, di appartenere a un gruppo ben identificabile. Diviene sempre più difficile essere empatici e solidali con gli altri. Ma cosa c’è da perdere che non abbiamo già perso in termini di umanità, di convivenza, di empatia? Ognuno ritirato e chiuso nel proprio fortino?

Le barriere

Le barriere contro le persone sono brutte.

Le barriere non fanno mai domande, non ascoltano, svolgono il loro compito di respingimento. Obbediscono come i plotoni di esecuzione, talvolta procurando nelle persone lo stesso finale. Siano maledette le barriere, le frontiere, le transenne, i dazi, le dogane, gli steccati, le recinzioni e chiunque separi una persona in fuga dai suoi progetti di vita. (Saverio Tommasi ‘Troppo neri’ Feltrinelli)

Confini

Viviamo in un mondo liquido (Z. Bauman), dove il lavoro umano sembra sempre più sostituibile, dove le differenze di genere, di età, fra pubblico e privato, fra ‘personalità’ e ‘gente comune’, sembrano attenuarsi e ridefinirsi in una pluralità di forme, dove sembra che le possibilità di realizzazione siano molteplici.

Nel bel mezzo di tutta questa fluidità, gli unici confini che sembrano irrigidirsi sono quelli tra gli stati nazione. Quando sono violati dagli eserciti, si chiama guerra. Quando sono violati dalle persone, si chiama invasione di clandestini (‘migranti economici’). Quando sono violati dal movimento senza regole di capitali e merci, dall’imperialismo commerciale delle multinazionali, si chiama libero mercato.  (Arundhati Roy Il fallimento della democrazia Internazionale n. 1512 19-25 maggio). ‘Una nazione è un gruppo di persone unite da un errore comune relativo alle proprie origini e da una comune avversione contro i vicini’ (K. Deutch)

Contro i muri, la memoria. In che paese vogliamo vivere? Un bisogno fondamentale dell’essere umano è quello di appaesarsi (E.  De Martino). Per poterlo fare bisogna rinunciare a parti di sé, accettare il cambiamento, mescolarsi.  Noi per primi lo abbiamo sperimentato andando in giro per il mondo; lo sperimentano ora i nostri figli e nipoti che vanno all’estero a cercare condizioni migliori.  La memoria del nostro esser stati rifugiati può agire da antidoto?

Manteniamo vivo il ricordo delle vittime, promovendo operazioni quali le pietre

d’inciampo, la funzione di ‘candele della memoria’ (il ricordo dell’olocausto armeno, delle vittime della dittatura argentina, della shoah, dell’holodomor), i ‘giardini dei giusti’ nelle scuole, le campagne contro la militarizzazione delle scuole.

Facciamo andare lo sguardo al di là dei muri promuovendo un’educazione libera dal binomio amico- nemico, dalla competizione, dall’esclusione.

Diamo sostegno in ogni luogo a partire dalle scuole per un’educazione alla pace, a futuri possibili.

Costruiamo reti per fare coesione sociale e della democrazia un progetto educativo.